Infertilità Maschile - Cosa Mangiare In Caso Di Infertilità

Card image cap

Un recente studio ha posto l’evidenza su come la qualità del liquido seminale sia influenzata da un maggior consumo di carboidrati, fibre e micronutrienti, quali folati, vitamina C e licopene, e da un basso consumo di proteine e grassi ( Mendiola et al., 2010).
Un altro recente studio dimostra poi come in soggetti normospermici la dieta contempli un più alto contenuto di latte scremato, crostacei (frutti di mare, molluschi) rispetto ai soggetti che consumano preferenzialmente yogurt, carne e patate, i quali presentano invece alterazioni del liquido seminale.
Si può dunque evincere che la frequente assunzione di carne e latticini abbia un effetto negativo sulla qualità del liquido seminale e, per converso, che un maggiore consumo di frutta e verdura la migliori ( Mendiola et al., 2009).
Al pari di quel che si è visto per la fertilità femminile, anche a beneficio di quella maschile si raccomanda una congrua quota di acidi grassi essenziali, Omega 3 e Omega 6.
Uno sbilanciamento negativo nel loro apporto, influenzano la sintesi e il metabolismo della prostaglandine, incide sulla composizione loipidica delle membrane degli spermatozoi e di conseguenza sulla capacità di fecondare ( Abayasekara et al., 1999).
Di particolare importanza si rivela la corretta assunzione di micronutrienti: zinco, vitamna B9, vitamina C, vitamina E, beta- carotene, carnitina e selenio che svolgono un’azione antiossidante che va a garantire una buona qualità del liquido seminale ( Eskenazi et al., 2005).
Per quanto riguarda la concentrazione e il numero di spermatozoi nel liquido seminale, giocano un ruolo chiave i folati e in genere le vitamine del gruppo B. In particolare, si è evidenziato che la concentrazione plasmatica e nel liquido seminale di folati è correlata positivamente con la concentrazione e il numero degli spermatozoi (Wallock et al., 1997).
Anche lo zinco è coinvolto in vario modo nelle genesi delle cellule spermatiche (ad esempio a livello di steroidogenesi e, in particolare, di sintesi del testosterone), e agisce contro gli stessi danni indotti dalle ROS proteggendo i costituenti delle cellule, e in particolare il DNA.
Più in generale, la concentrazione di zinco nel liquido seminale è associata con la concentrazione e la motilità spermatica (Wallock et al., 1997).
Alimenti ricchi di folati, coinvolti nel processo di spermatogenesi, sono vegetali a foglia larga (come gli spinaci, i broccoli, gli asparagi e la lattuga) e i frutti (come arance, mandarini e kiwi), dei quali pertanto è bene incrementarne l’assunzione quotidiana.
I principali alimenti che assicurano un buon apporto di zinco sono invece uova, latticini e pesce.
D’altra parte, per ottimizzare l’utilizzazione dei microelementi di cui si è detto sembra svolgere un ruolo importante la vitamina C (contenuta in alte quantità negli agrumi), che tra l’altro porterebbe giovamento nei casi di agglutinazione delle cellule spermatiche.
La vitamina D, invece, è un importante regolatore del calcio, che svolge un ruolo chiave nella spermatogenesi, per la motilità spermatica, iperattivazione e la reazione acrosomiale (Yoshida et al., 2008).

Come per la donna, anche per l’uomo si sconsiglia un consumo eccessivo di alcool e caffeina.
In particolare, un consumo cronico di alcool influisce anche sulla fertilità maschile, in quanto agisce sul funzionamento delle ghiandole che regolano la produzione di ormoni sessuali (ipotalamo e ipofisi, oltre che testicoli).
In tali casi si riscontra un’alterazione di tutti gli ormoni sessuali, e anche del liquido seminale, sia in termini di numero sia di motilità degli spermatozoi ( Muthusami et al., 2005).